viernes, 3 de mayo de 2019

¿MAFIA EN LOS JUGADOS DE CASTRO-URDIALES?





De cómo la familia ,Lo Coco Cortázar y descendientes, continuan  haciéndose  con lo que no les pertenece.
Durante el matrimonio y en régimen de gananciales, compramos  dos pisos,  en Castro-Urdiales, a la Inmobiliaria Serrano. Los dos situados en,  Menéndez Pelayo, 11-A, 7º, derecha y 7º, izquierda. Se pagaron con letras. Uno, para vivienda habitual y el otro para pagar una deuda millonaria que,  Jacinto Lo Coco Cortázar, aportó al matrimonio.

En 1952, según, Jacinto, sus padres vivían en casa de los abuelos y según, lo que  reza, en el Registro de la Propiedad de Castro-Urdiales, el matrimonio, Lo Coco Cortazar,  usaban *el desván sito, en la C/ La Rua, 21, hoy, 17 -

Después de pagar; los pisos se hipotecaron para convertirlos, en  capital y de este modo poder trabajar la costera de anchoa. La vivienda habitual, se puso a nombre de, * Nicolás Lococo Cefalú y Josefa Cortazar Zaballa, y la otra a nombre de, Franco D`Amato y María Lo Coco Cortázar,  en la caja de Ahorros Municipal de Bilbao. Yo, me ocupé de  localizar, valorar y elegir los pisos que se pagaron con letras firmadas por, Jacinto Lococo Cortázar, a nombre de Narciso Serrano.
Cuando la separación es cuando me entero que, Jacinto Lococo Cortázar había inscrito, la vivienda habitual, a nombre del padre. Durante el proceso  conseguí demostrar que las fabricas pertenecían al régimen de gananciales, pero, no logré la documentación que justificara  que los pisos que venían a nombre de, Nicolás Lococo Cefalú, Josefa Cortázar Zaballa y Franco D`Amato y María Lo Coco Cortázar, habían sido pagados con letras y, posteriormente, hipotecados. Y,  que  tanto las letras como las hipotecas de los dos pisos   se pagaban con dinero de gananciales. ¿Y sabes por qué? Porque me equivoqué  de caja de ahorros, y, en el juzgado, durante el periodo de investigación di el nombre de Caja de Ahorros de Santander y los pisos estaban hipotecados, en Caja de Ahorros  Municipal de Bilbao, también, denominada como Monte de Piedad.
Los dos pisos se compraron en la misma inmobiliaria, Inmobiliaria Serrano, Castro-Urdiales. Sin mí conocimiento ni consentimiento, el piso de matrimonio, lo inscribió a nombre de *(1) Nicolás Lo-Coco Cefalú, sin tarjeta de residencia ni identificación alguna. El segundo, a nombre de , Franco D`Amato *(2) Las dos propiedades fueron inscritas, en Castro-Urdiales, 17/11/70 fincas, 15080 y 15081, bajo el notario de Laredo Don, José Ellacuría. Ambos, fueron hipotecados, en la misma fecha, 21/1/1971 y con la misma entidad bancaria, Caja de Ahorros Municipal de Bilbao. LAS CUOTAS MENSUALES DE CADA PISO FUERON PAGADAS POR G. LO COCO CORTAZAR EN RÉGIMEN DE GANANCIALES.
El  Sr. Don,  Nicolò Lo Coco Cefalú,*(3) “compró” un piso, en C/ La Rua, 21-3º y desván, lo donó al Excmo., e Ilmo., Gaetano Lo Coco Cortázar. El Excmo., e Ilmo., crea una empresa, Inmobiliaria Diodon SA., el capital de la empresa está constituido, entre otros, con el piso donado, a saber, el piso, sito, en la C/ La Rua, 21-3º y desván.
Finca 10.956, tomo 173, libro 114, folio 202, Registro de la Propiedad de Castro-Urdiales.
La numeración de la calle cambia y el edificio designado con el número, 21, pasa a ser el 17.
1ª Inscripción, *(1) Nicolás Lo-Coco Cefalú
C/ La Rua, 21, 3º, completo, c/ desván, (17/9/1952)
2ª Inscripción: *(4) Gaetano Lo Coco Cortázar, (25/9/62)
3ª Inscripción: Inmobiliaria Diodon SA, (1983).
Inmobiliaria Diodon S.A.: Nif, A/39037916, nº 1.474, folio, 37, tomo, 278, general libro, 145, Sección Anónimas. Sede Social, en Castro-Urdiales, C/ Siglo XX, 14. Registro Mercantil de Santander
*(1)

Nacido: Nicolò Lo Coco Cefalú, también, inscrito como Nicolás Lo-Coco Cefalú, Nicolás Lococo Cefalú, Nicola Lo Coco Cefalu…Fraude: ¡El nombre de los documentos oficiales solo se modifica através del consabido trámite oficial versus 
En 1970 un extranjero no podía acceder a un crédito hipotecario, menos si tenía más de setenta y en Caja de Ahorro.
*(1)












 















*(2) Franco D`Amato: Extranjero, residente, en Porticello Italia y dueño de un pastificio.

































*(3) Piso testaferro de Gaetano Lo Coco Cortazar, residente en Palermo, Sicilia, Italia.  Magistrado del Supremo en Roma y * representante del reino de España.


Nacido: Gaetano Lo Coco Cortázar, también, inscrito como, Cayetano Lococo de Cortázar, Cayetano LoCoco Cortázar, Cayetano Lo Coco y Cortázar…

















Representante de la Corona Española en Sicilia Gaetano Lo Coco Cortazar


Wa... La traducción de: María Evangelina Cobo Zaballa


Palermo un giorno da principi
(Segue dalla prima di cronaca) Tra l' insalata di mare all' arancia, il risotto ai gamberi e il dentice, il sindaco, durante la colazione a villa Niscemi, esaudisce il capriccio reale. Donna Letizia è smagrita rispetto ai tempi del matrimonio e conquista perché è semplice ed elegantissima con la sua giacca di un indefinibile blu-pavone, la gonna dai motivi cachemire floreali verde e turchese con un ricamo di paillettes fucsia. Indossa pendenti di diamante, niente collane ma una fede tempestata di brillanti. Con l' altra mano Letizia regge una borsetta azzurra di pelle di struzzo di Hermes. Anche il principe Felipe, fascinoso e altissimo, in abito blu e cravatta rosa, viene immortalato negli scatti delle fan, che scoprono estasiate che è «bellissimo». Don Felipe di Borbone saluta Palermo e «questa cara regione italiana». A Sant' Eulalia, nuova sede dell' istituto Cervantes, quando fa il suo intervento pubblico, dice: «Poche città come Palermo portano tante tracce del mondo ispanico nei monumenti, nella lingua e nella gente. In una città così amata e così vicina era un debito per noi aprire un centro Cervantes. Muchas gracias». Poi la coppia scompare, inghiottita dalla «carovana» ufficiale di dieci auto blu, fino all' aeroporto dove ad attenderli c' è l' aereo delle Forze Armate, che li riporterà a Madrid. Una visita fitta d' appuntamenti, neanche il tempo di un cambio d' abito a Villa Igiea, dove era prenotata la suite sulla torre. I reali di Spagna, accolti all' aeroporto dal sindaco Diego Cammarata e dal presidente della Regione Salvatore Cuffaro, appaiono a mezzogiorno nel bel mezzo del mercato della Vucciria, tirato a lucido, con la polizia in tutti i vicoli. Anche a questo appuntamento, l' inaugurazione del quarto istituto Cervantes in Italia, non hanno voluto mancare, e il mese prossimo andranno a inaugurare un istituto a Pechino. Circondati da venti addetti alla sicurezza spagnoli, i principi stringono le mani della folla in festa in via dell' Argenteria. Il figlio di re Juan Carlos è accompagnato all' interno della chiesa dal direttore dell' Istituto Cervantes, Cesar Antonio Molina e dal direttore degli istituti di Napoli e di Palermo Josè Vicente Quirante. Sono 150 gli invitati, un numero ristretto, selezione che ha creato qualche malumore tra le famiglie nobiliari escluse, gli Alliata, i Moncada, i Monroy. Dentro ci sono anche il prefetto Giosuè Marino, una vasta rappresentanza del mondo accademico dell' isola e della comunità spagnola siciliana, i consoli di Palermo Ignazio Caramanna e di Catania Concetta Bufardeci. Per le autorità spagnole ci sono il ministro per gli Affari Esteri e il console Fernando Sanchez Rao. Il direttore Molina illustra le finalità dell' istituto: diffondere la cultura e la lingua spagnola, ormai seconda lingua internazionale, parlata in 20 paesi, da 400 milioni di persone. Nella chiesa sconsacrata di S. Eulalia, di proprietà dell' Opera pia Stabilimenti spagnoli, con le colonne in marmo spagnolo Brocatel, viene scoperta una targa. «La proprietà della chiesa è spagnola. I locali dell' istituto, le aule e la biblioteca sorgono in spazi che il Comune ha dato in concessione al Cervantes per 10 anni», spiega Vicente Quirante. Nei saluti di rito delle autorità, sono celebrati i legami tra Palermo e la Spagna, «un passato comune iniziato 8 secoli fa», dice il sindaco Diego Cammarata, che ha regalato alla principessa un presepe antico in corallo e al principe un paladino dell' opera dei pupi. Anche il presidente Cuffaro aveva portato il suo dono alla principessa, una riproduzione della finestra sul mare di Consagra, ma non è riuscito a darglielo se non fuori dal protocollo. A fare gli onori di casa ci sono Caterina Ruta, docente di Letteratura spagnola e presidente dell' associazione Ispanistica nazionale, e Gaetano Lo Coco Cortazar ex presidente di Cassazione, responsabile per il Comune dei rapporti tra Palermo la Spagna. Fuori dalla chiesa la gente vuole ammirare i principi. Ad attenderli all' uscita ci sono anche Mercedes Rivera, moglie di Cesare Hernandez, cardiologo all' Ismett e Maria del Rosario, moglie di una primario dell' Ingrassia: «Siamo felici di avere adesso questo punto d' incontro. A Palermo noi della comunità spagnola siamo almeno 100. Aspettavamo questo giorno». Dopo un cocktail nell' ex chiesa (don Felipe ha gradito molto i cazzilli) la colazione a Villa Niscemi, con gli ospiti d' onore al piano nobile e il resto dello staff e la stampa a distanza, ovvero in giardino. A tavola Letizia alla sua destra ha Diego Cammarata e alla sua sinistra Cuffaro. Felipe siede accanto a Marida Cassarà, accompagnatrice del sindaco, e a Giacoma Cuffaro. Un bianco mangiare al pistacchio conclude il pranzo. Poi la visita alla collezione della galleria civica nel complesso monumentale Santi' Anna, con la direttrice Antonella Purpura. «Si sono fermati davanti a ogni quadro, mostrando competenza». Infine la fuga tra i flash e il giubilo della gente. Donna Letizia dà appuntamento a questa estate: «Spero di tornare in barca a vela».
Palermo un día de príncipes
(Viene de la primera crónica) Entre la ensalada de naranja de mar, el risotto de langostinos y el pargo rojo, el alcalde, durante el desayuno en Villa Niscemi, otorga el capricho real. Doña Letizia está más delgada que en los tiempos de la boda y conquista porque es sencilla y elegantísima con su chaqueta de un azul  indefinible, la falda cachemir con motivos  florales de color verde y turquesa bordados con lentejuelas fucsias. Porta pendientes de diamantes, ningún collar, sino un anillo en tempestad de  diamantes. Con la otra mano, Letizia sostiene un bolso de cuero azul de avestruz de Hermès. Incluso el Príncipe Felipe, fascinante y altísimo, con traje azul y corbata rosa, queda inmortalizado en las fotos de las fans, quienes descubren que es "Guapísimo". Don Felipe di Borbon saluda a Palermo y "a esta querida región italiana". En Sant 'Eulalia, el nuevo hogar del instituto de Cervantes, cuando realiza su intervención pública, dice: "Pocas ciudades como Palermo tienen tantos rastros del mundo hispano en monumentos, en la lengua y en la gente. En una ciudad tan querida y tan cercana era una deuda para nosotros abrir un centro Cervantes. Muchas gracias”. Luego, la pareja desaparece, tragada por la "caravana" oficial de diez automóviles azules, hasta el aeropuerto donde los espera el avión de las Fuerzas Armadas, que los llevará de regreso a Madrid. Una visita llena de citas, de encuentros ni siquiera tiempo para un cambio de traje en Villa Igiea, donde se reservó la suite de la torre. La realeza española, recibida en el aeropuerto por el alcalde Diego Cammarata y el presidente de la región Salvatore Cuffaro, aparece al mediodía en medio del mercado de Vucciria, limpio como una patena, con la policía en todos los callejones. También, en esta cita, la inauguración del cuarto instituto de Cervantes, en Italia, no se lo quisieron perder, y el próximo mes irán a inaugurar un instituto en Beijing. Rodeados por una veintena de oficiales de seguridad españoles, los príncipes estrechan las manos de la multitud, en fiesta,  en la calle de la Argenteria. El hijo del rey Juan Carlos es acompañado,  al interior de la iglesia, por el director del Instituto Cervantes, Cesar Antonio Molina, y por el director de los institutos de Nápoles y Palermo Josè Vicente Quirante. Hay 150 invitados, un pequeño número, una selección que ha creado cierto descontento entre las familias nobles excluidas, la Alliata, la Moncada, la Monroy. En el interior también se encuentra el alcalde, Giosuè Marino, una vasta representación del mundo académico de la isla y de la comunidad española siciliana, los cónsules de Palermo Ignazio Caramanna y de Catania Concetta Bufardeci. Representando las autoridades españolas están el ministro de Asuntos Exteriores y el cónsul Fernando Sánchez Rao. El director Molina explica los objetivos del instituto: difundir la cultura y la lengua española, que ahora es el segundo idioma internacional, hablado en 20 países, por 400 millones de personas. Se descubre una placa en la iglesia consagrada a S. Eulalia, Opera Pía de los Establecimientos Españoles, con columnas en mármol español de Brocatel "La propiedad de la iglesia es española. "Los locales del instituto, las aulas y la biblioteca surgen en los espacios que el Municipio le ha dado al Instituto Cervantes durante 10 años", explica Vicente Quirante. En los saludos rituales de las autoridades, se celebran los lazos entre Palermo y España, "un pasado común iniciado hace 8 siglos", dice el alcalde Diego Cammarata, quien le regaló a la princesa  una antigua cuna de coral y al príncipe  un paladín  trabajo de títeres. Incluso el presidente Cuffaro había traído su regalo a la princesa, una reproducción de la ventana en el mar de Consagra, pero, no podía dársela si no fuera del protocolo. Los honores de la casa han sido realizados por Caterina Ruta, profesora de literatura española y presidenta de la asociación nacional hispana, y Gaetano Lo Coco Cortazar, ex presidente del Supremo, responsable del municipio de relaciones entre Palermo y España. Fuera de la iglesia, la gente quiere admirar a los príncipes. Mercedes Rivera, esposa de Cesare Hernández, cardiólogo de Ismett, y María del Rosario, esposa de un jefe dell` Ingrassia, también esperaban  su salida: “Somos felices  por el, ansiado, encuentro. En Palermo, nosotros, los de la comunidad española - somos al menos 100 - Estábamos esperando este día”. Después de un cóctel en la antigua iglesia (Don Felipe realmente disfrutó el desayuno con cazzilli) en Villa Niscemi, con los invitados de honor en el piso noble y el resto del personal en lugar apartado, o en el jardín. En la mesa, Letizia a su derecha tiene a Diego Cammarata y a su izquierda Cuffaro.
Felipe se sienta junto a Marida Cassarà, la escolta del alcalde, y Giacoma Cuffaro. Un  blanco manjar al pistacho concluye el almuerzo. Luego la visita a la colección de la galería cívica en el complejo monumental Santi 'Anna, con la directora Antonella Purpura. "Se detuvieron frente a cada pintura, mostrando pericia". Finalmente la fuga entre los destellos y el júbilo de la gente. Doña Letizia se apunta a volver en verano: "Espero retornar en barco de vela".
 


Lula Libre
 

Estoy en el confesionario del Telecentro del Aula de Cultura Eladio Laredo
Ordenador, nº, 8...hoy se ha portado muy bien...ni se mueve la imagen...ni cambia la letra...ni hace dobleces...
4/5/19: Ordenador, nº, 1... Mañana ampliación y corrección

María Evangelina Cobo Zaballa
Castro-Urdiales    (Cantabria)