Ante el peligro de que me
cierren la boca para siempre, después de haberme robado todo, ruego pongan
atención, en el resumen y si no lo entienden, a modo de guión, repasen los artículos:
Documentos encontrados
para la historia
Artículo de Indalecio
Prieto a José Cortázar Zaballa
Usurpación de herencia
con fraude
Documentos de la usurpación de la finca de los abuelos
maternos, Jacinto Cortázar Urresti y Narcisa Zaballa Castañondo, por parte de
uno de los herederos: Josefa Cortázar Zaballa, madre de Jacinto Lococo
Cortázar.
*(a) El padre, Jacinto
Cortázar Urresti, falleció, el 29/5/1935, sin testar.
*(b) La madre, Narcisa
Zaballa Castañondo, falleció, 31/12/1952, no dejó testamento.
La finca, fue
incautada por el régimen anterior, 12/8/1940
Finca nº 7062, tomo 129,
libro 83, folio 61, Registro de Castro-Urdiales
Viviendas sociales
realizadas en la finca usurpada a terceros y vendidas a conocidos
El ciudadano
italiano, Excmo., e Ilmo., Gaetano Lo Coco Cortázar, está condecorado
con el título español de *(2) Isabel la Católica y es representante
de la corona en Palermo, Sicilia.
Wa... La traducción de:
María Evangelina Cobo Zaballa
Palermo un giorno da principi
(Segue dalla prima di cronaca) Tra l' insalata di mare
all' arancia, il risotto ai gamberi e il dentice, il sindaco, durante la
colazione a villa Niscemi, esaudisce il capriccio reale. Donna Letizia è
smagrita rispetto ai tempi del matrimonio e conquista perché è semplice ed
elegantissima con la sua giacca di un indefinibile blu-pavone, la gonna dai
motivi cachemire floreali verde e turchese con un ricamo di paillettes
fucsia. Indossa pendenti di diamante, niente collane ma una fede tempestata
di brillanti. Con l' altra mano Letizia regge una borsetta azzurra di pelle
di struzzo di Hermes. Anche il principe Felipe, fascinoso e altissimo, in
abito blu e cravatta rosa, viene immortalato negli scatti delle fan, che
scoprono estasiate che è «bellissimo». Don Felipe di Borbone saluta Palermo e
«questa cara regione italiana». A Sant' Eulalia, nuova sede dell' istituto
Cervantes, quando fa il suo intervento pubblico, dice: «Poche città come
Palermo portano tante tracce del mondo ispanico nei monumenti, nella lingua e
nella gente. In una città così amata e così vicina era un debito per noi
aprire un centro Cervantes. Muchas gracias». Poi la coppia scompare,
inghiottita dalla «carovana» ufficiale di dieci auto blu, fino all' aeroporto
dove ad attenderli c' è l' aereo delle Forze Armate, che li riporterà a
Madrid. Una visita fitta d' appuntamenti, neanche il tempo di un cambio d'
abito a Villa Igiea, dove era prenotata la suite sulla torre. I reali di
Spagna, accolti all' aeroporto dal sindaco Diego Cammarata e dal presidente
della Regione Salvatore Cuffaro, appaiono a mezzogiorno nel bel mezzo del
mercato della Vucciria, tirato a lucido, con la polizia in tutti i vicoli.
Anche a questo appuntamento, l' inaugurazione del quarto istituto Cervantes
in Italia, non hanno voluto mancare, e il mese prossimo andranno a inaugurare
un istituto a Pechino. Circondati da venti addetti alla sicurezza spagnoli, i
principi stringono le mani della folla in festa in via dell' Argenteria. Il
figlio di re Juan Carlos è accompagnato all' interno della chiesa dal
direttore dell' Istituto Cervantes, Cesar Antonio Molina e dal direttore
degli istituti di Napoli e di Palermo Josè Vicente Quirante. Sono 150 gli
invitati, un numero ristretto, selezione che ha creato qualche malumore tra
le famiglie nobiliari escluse, gli Alliata, i Moncada, i Monroy. Dentro ci
sono anche il prefetto Giosuè Marino, una vasta rappresentanza del mondo
accademico dell' isola e della comunità spagnola siciliana, i consoli di
Palermo Ignazio Caramanna e di Catania Concetta Bufardeci. Per le autorità
spagnole ci sono il ministro per gli Affari Esteri e il console Fernando
Sanchez Rao. Il direttore Molina illustra le finalità dell' istituto:
diffondere la cultura e la lingua spagnola, ormai seconda lingua
internazionale, parlata in 20 paesi, da 400 milioni di persone. Nella chiesa
sconsacrata di S. Eulalia, di proprietà dell' Opera pia Stabilimenti
spagnoli, con le colonne in marmo spagnolo Brocatel, viene scoperta una
targa. «La proprietà della chiesa è spagnola. I locali dell' istituto, le
aule e la biblioteca sorgono in spazi che il Comune ha dato in concessione al
Cervantes per 10 anni», spiega Vicente Quirante. Nei saluti di rito delle
autorità, sono celebrati i legami tra Palermo e la Spagna, «un passato comune
iniziato 8 secoli fa», dice il sindaco Diego Cammarata, che ha regalato alla
principessa un presepe antico in corallo e al principe un paladino dell'
opera dei pupi. Anche il presidente Cuffaro aveva portato il suo dono alla
principessa, una riproduzione della finestra sul mare di Consagra, ma non è
riuscito a darglielo se non fuori dal protocollo. A fare gli onori di casa ci
sono Caterina Ruta, docente di Letteratura spagnola e presidente dell'
associazione Ispanistica nazionale, e Gaetano Lo Coco Cortazar ex presidente
di Cassazione, responsabile per il Comune dei rapporti tra Palermo la Spagna.
Fuori dalla chiesa la gente vuole ammirare i principi. Ad attenderli all' uscita
ci sono anche Mercedes Rivera, moglie di Cesare Hernandez, cardiologo all'
Ismett e Maria del Rosario, moglie di una primario dell' Ingrassia: «Siamo
felici di avere adesso questo punto d' incontro. A Palermo noi della comunità
spagnola siamo almeno 100. Aspettavamo questo giorno». Dopo un cocktail nell'
ex chiesa (don Felipe ha gradito molto i cazzilli) la colazione a Villa
Niscemi, con gli ospiti d' onore al piano nobile e il resto dello staff e la
stampa a distanza, ovvero in giardino. A tavola Letizia alla sua destra ha
Diego Cammarata e alla sua sinistra Cuffaro. Felipe siede accanto a Marida
Cassarà, accompagnatrice del sindaco, e a Giacoma Cuffaro. Un bianco mangiare
al pistacchio conclude il pranzo. Poi la visita alla collezione della
galleria civica nel complesso monumentale Santi' Anna, con la direttrice
Antonella Purpura. «Si sono fermati davanti a ogni quadro, mostrando
competenza». Infine la fuga tra i flash e il giubilo della gente. Donna
Letizia dà appuntamento a questa estate: «Spero di tornare in barca a vela».
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Palermo un día de príncipes
(Viene de la primera crónica) Entre la ensalada de naranja de mar, el risotto de langostins y el pargo rojo, el alcalde, durante el desayuno en Villa Niscemi, otorga el capricho real. Doña Letizia está más delgada que en los tiempos de la boda y conquista porque es sencilla y elegantísima con su chaqueta de un azul indefinible, la falda cachemir con motivos florales de color verde y turquesa bordados con lentejuelas fucsias. Porta pendientes de diamantes, ningún collar, sino un anillo en tempestad de diamantes. Con la otra mano, Letizia sostiene un bolso de cuero azul de avestruz de Hermès. Incluso el Príncipe Felipe, fascinante y altísimo, con traje azul y corbata rosa, queda inmortalizado en las fotos de las fans, quienes descubren que es "Guapísimo". Don Felipe di Borbon saluda a Palermo y "a esta querida región italiana". En Sant 'Eulalia, el nuevo hogar del instituto de Cervantes, cuando realiza su intervención pública, dice: "Pocas ciudades como Palermo tienen tantos rastros del mundo hispano en monumentos, en la lengua y en la gente. En una ciudad tan querida y tan cercana era una deuda para nosotros abrir un centro Cervantes. Muchas gracias”. Luego, la pareja desaparece, tragada por la "caravana" oficial de diez automóviles azules, hasta el aeropuerto donde los espera el avión de las Fuerzas Armadas, que los llevará de regreso a Madrid. Una visita llena de citas, de encuentros ni siquiera tiempo para un cambio de traje en Villa Igiea, donde se reservó la suite de la torre. La realeza española, recibida en el aeropuerto por el alcalde Diego Cammarata y el presidente de la región Salvatore Cuffaro, aparece al mediodía en medio del mercado de Vucciria, limpio como una patena, con la policía en todos los callejones. También, en esta cita, la inauguración del cuarto instituto de Cervantes, en Italia, no se lo quisieron perder, y el próximo mes irán a inaugurar un instituto en Beijing. Rodeados por una veintena de oficiales de seguridad españoles, los príncipes aprietan las manos de la multitud, en fiesta, en la calle de la Argenteria. El hijo del rey Juan Carlos es acompañado, al interior de la iglesia, por el director del Instituto Cervantes, Cesar Antonio Molina, y por el director de los institutos de Nápoles y Palermo Josè Vicente Quirante. Hay 150 invitados, un pequeño número, una selección que ha creado cierto descontento entre las familias nobles excluidas, la Alliata, la Moncada, la Monroy. En el interior también se encuentra el alcalde, Giosuè Marino, una vasta representación del mundo académico de la isla y de la comunidad española siciliana, los cónsules de Palermo Ignazio Caramanna y de Catania Concetta Bufardeci. Representando las autoridades españolas están el ministro de Asuntos Exteriores y el cónsul Fernando Sánchez Rao. El director Molina explica los objetivos del instituto: difundir la cultura y la lengua española, que ahora es el segundo idioma internacional, hablado en 20 países, por 400 millones de personas. Se descubre una placa en la iglesia consagrada a S. Eulalia, Opera Pía de los Establecimientos Españoles, con columnas en mármol español de Brocatel "La propiedad de la iglesia es española. "Los locales del instituto, las aulas y la biblioteca surgen en los espacios que el Municipio le ha dado al Instituto Cervantes durante 10 años", explica Vicente Quirante. En los saludos rituales de las autoridades, se celebran los lazos entre Palermo y España, "un pasado común iniciado hace 8 siglos", dice el alcalde Diego Cammarata, quien le regaló a la princesa una antigua cuna de coral y al príncipe un paladín trabajo de títeres. Incluso el presidente Cuffaro había traído su regalo a la princesa, una reproducción de la ventana en el mar de Consagra, pero, no podía dársela si no fuera del protocolo. Los honores de la casa han sido realizados por Caterina Ruta, profesora de literatura española y presidenta de la asociación nacional hispana, y Gaetano Lo Coco Cortazar, ex presidente del Supremo, responsable del municipio de relaciones entre Palermo y España. Fuera de la iglesia, la gente quiere admirar a los príncipes. Mercedes Rivera, esposa de Cesare Hernández, cardiólogo de Ismett, y María del Rosario, esposa de un jefe dell` Ingrassia, también esperaban su salida: “Somos felices por el, ansiado, encuentro. En Palermo, nosotros, los de la comunidad española - somos al menos 100 - Estábamos esperando este día”. Después de un cóctel en la antigua iglesia (Don Felipe realmente disfrutó el desayuno con cazzilli) en Villa Niscemi, con los invitados de honor en el piso noble y el resto del personal en lugar apartado, o en el jardín. En la mesa, Letizia a su derecha tiene a Diego Cammarata y a su izquierda Cuffaro.
Felipe se sienta junto a Marida Cassarà, la escolta del alcalde,
y Giacoma Cuffaro. Un blanco manjar al pistacho concluye el almuerzo.
Luego la visita a la colección de la galería cívica en el complejo monumental
Santi 'Anna, con la directora Antonella Purpura. "Se detuvieron frente a
cada pintura, mostrando pericia". Finalmente la fuga entre los destellos
y el júbilo de la gente. Doña Letizia se apunta a volver en verano:
"Espero retornar en barco de vela".
|
Documentos de cómo, Cayetano Lo Coco
Cortázar, italiano, magistrado del Tribunal Supremo de Roma, compra cinco
viviendas sociales, en Castro-Urdiales. Las viviendas sociales están en una
sociedad inmobiliaria, “Inmobiliaria Diodon S.A.” y, desde su compra los pisos
sociales se alquilan.
"Inmobiliaria Diodon S.A.: Nif,
A/39037916, nº 1.474 folio, 37, tomo, 278, general libro, 145, Sección
Anónimas. Sede Social, en Castro-Urdiales, C/ Siglo XX, 14. Registro mercantil
de Santander
Finca, 17285, folio, 227, tomo, 226,
libro, 157. Siglo XX, 14, antes General San Jurjo:
Finca 17286 folio 228 tomo 226 libro
157,
Finca 17287 folio 229 tomo 226
libro 157
Finca 17288 folio 230 tomo 226
libro 157
Finca 11817 folio 249 tomo 182
libro 120. C/Silvestre Ochoa, 10.
De cómo se escriben libros para el olvido…
Trabajo realizado con
mucho esfuerzo. Sin becas ni ayudas. Teniendo en contra los elementos que han
participado, en la ocultación y emborronamiento de hechos puntales e históricos
acaecidos, en la ciudad de Castro-Urdiales, desde 1940, hasta nuestros días.
Dos libros realizados con dinero público y que
omiten y trastocan datos históricos. Uno en Cantabria
* (1) “Acciughe salate
alla vera carne: Historia de los salazoneros italianos en Cantabria”
Presentación: Dolores
Gorostiaga Saiz (Cantabria)
Otro en Sicilia
*(2) “Porticello Santa
Flavia- Ondarroa…Paese di mare”
Presentación: el alcalde
Dr. Pietro Sanfilippo (Palermo)
LUIS JAVIER ESCUDERO
DOMINGUEZ
“Acciughe salate alla
vera carne: Historia de los salazoneros italianos en Cantabria.”
Publicaciones
Universidad de Cantabria, 2007.
NICOLÒ LO COCO
SANFILIPPO
Porticello Santa
Flavia-Ondarroa…Paesi di mare
Editrice Zefiro (Bagheria), 2002
Cualquiera que lea y
contraste los datos de los libros mencionados, no tendrán apenas dudas... lo
que han hecho con el dinero público es una piccolina caponatina...
"Carlos López Lo
Coco, ha colaborado, en el libro, “Aciughe salate alla vera carne: Historia de
los salazoneros italianos en Cantabria”, del escritor, Luís Javier Escudero
Domínguez. Los datos facilitados, faltan a la verdad. El mismo tipo
de colaboración ha realizado, el Ilmo., y Excmo., Gaetano Lo Coco Cortázar, en
el libro del escritor, Nicolò Lo Coco Sanfilippo, “…Paese di Mare…”
La empresa, Conservas
Nicola Lo Coco S.A., era propiedad de Jacinto Lo Coco Cortázar. El capital de
la empresa está constituido con bienes gananciales. Y la patente, Ángelo
Parodi, era propiedad de, Jacinto Lo Coco Cortázar, también, comprada con
bienes gananciales. El fraude se realizó en la notaria Arenal, bajo el notario,
Don José Jesús del Arenal y Bedoya"
El Panteón desaparición…
Desaparición lápida del
nicho:
En los Juzgados de Castro-Urdiales: El Ab-testato de
Nicolás Lo Coco Cefalù y Josefa Cortazar Zaballa con falsedad documental y
testimonial.
Esa banda de Excmos. e
Ilmos., corruptos son sabedores de la
pederastia e incesto de su hermano y tío Jacinto Lococo Cortázar y tienen
el valor, la desvergüenza y la criminalidad de reclamar lo que no les pertenece
por segunda vez y en el mismo pueblo y en el mismo país. Primero despojaron de
todos los derechos y se apropiaron de lo que no era de ellos, a la viuda de
Jacinto Cortazar Urresti, Narcisa Zaballa Castañondo y a sus dos hijos, José
Cortázar Zaballa y Valero Cortázar Zaballa, más conocido como Chomin. Y, ahora,
pretenden hacer otro tanto. Todos ellos son conocedores y usufructuarios
de los anteriores delitos. La segunda vez con el agravante de que han tapado y
consentido los crímenes de incesto y pederastia
con el único fin de enriquecerse
No satisfechos, ahora,
el Ilmo., Sr. Gaetano Lo Coco Cortázar y familia reclama a
los sobrinos, una deuda que, presuntamente, contrajo, su hermano difunto,
con su difunto padre y quiere, un cuarto del piso y del camarote, de la
residencia habitual y familiar de su difunto hermano,
Jacinto Lococo Cortázar.
La vivienda, se
pagó con dinero de gananciales, la hipoteca fue avalada por la esposa de
Jacinto Lococo Cortázar. En los setenta, sin que la mujer supiera, pusieron,
la vivienda, a nombre del padre, Nicolò Lo Coco Cefalú, para ocultar
muchas cosas, presuntamente, muy pecaminosas y delictivas. Una, notable
y manifiesta, que define el delito está en escritura y
registro: compra, e hipoteca en la Caja de Ahorros Municipal de Bilbao, a
un extranjero de setenta y cinco años.
Su padre, italiano,
falleció, en Sicilia, hace treinta y un años, su madre, falleció en la misma
localidad italiana, hace dieciséis. Y los, presuntos,
dichosos, poderosos, depredadores, prescritos e ilustres, cocodrilos han
esperado treinta y un años de sepelios para hacer un reparto
de herencias. Y en vez de llevar el procedimiento, a su debido
tiempo, en Italia, como cosa lógica y natural, y reclamar la, presunta, deuda a
su hermano, Jacinto Lococo Cortázar, cuando estaba vivo…
No, el
ilustrísimo y excelentísimo, *(2) Gaetano Lo Coco Cortázar, también inscrito en
estamentos públicos con el nombre de, Cayetano Lococo Cortázar, Cayetano Lo
Coco y Cortázar, espera, al fallecimiento de su hermano,
y viene a España, a realizar otra de las suyas. ¡Y
para colmo de cocos lleva al juzgado a mis dos hijos.
Todas estas infames
peticiones vienen a ser presentadas y juzgadas en el mismo juzgado, mismo
pueblo, y por los mismos causantes, donde, presuntamente,
se usurparon, otras, de tal pelo. Vivos, a sus hermanos y sobrinos.
Muertos, a sus nietos.
Lo último que esta banda de ladrones, y,
cómplices de pedofilia, quieren aliviar es mi casa, sita, en Menéndez Pelayo,
11-A-7º-Dcha., Castro-Urdiales. Y, para, una vez más, conseguir el afanamiento
de lo mío, han presentado, en el Juzgado de Instrucción, nº, 1 de
Castro-Urdiales, un fardo de falsedades testimoniales con falsos documentos,
que por el mero hecho de presentarlos, cometen varios delitos…El muerto no
puede hablar…pero… ¿A que no sabes dónde han vuelto a repetir la estafa?
Me lo figuro,
morena…casi cuarenta años dando por buenos documentos falsos…en la notaria
Arenal de Bilbao…
Lanza una rápida mirada
a los documentos del pasado noviembre.
Ahora, mira lo que dice el documento oficial y público, que encabeza la denuncia de hoy…. Josefa Cortazar Zaballa, nacida en Castro- Urdiales, dice haber recuperado la nacionalidad española que había perdido por haberse casado con, D. Jacinto Lococo Cefalú.
Ahora, mira lo que dice el documento oficial y público, que encabeza la denuncia de hoy…. Josefa Cortazar Zaballa, nacida en Castro- Urdiales, dice haber recuperado la nacionalidad española que había perdido por haberse casado con, D. Jacinto Lococo Cefalú.
¿Dónde reza que, Josefa
Cortazar Zaballa, había perdido su nacionalidad?
¡En misa de doce! Wa…
Y…cómo en un documento
oficial, dice estar casada con su hijo, Jacinto Lococo? Que, para más
macarronada, ni su nombre oficial es, Jacinto, si no que, Giacinto, y cuyo
apellido es Lo Coco…
Por la misma razón que
el certificado de defunción reza, Giussepa Cortazar en lugar de, Josefa
Cortazar, su padre, Giacinto Cortazar, en vez de Jacinto Cortazar, y, su madre
Narcisa Zebella, en lugar de Narcisa Zaballa.
Y... ahora... una de herencia yacente con manifestaciones
que faltan a la verdad que en su momento se demostrará…
BOC
https://boc.cantabria.es/boces/verAnuncioAction.do?idAnuBlob=320414
JUZGADO DE PRIMERA INSTANCIA E INSTRUCCIÓN
Nº 1 DE CASTRO URDIALES
CVE-2017-11160 Notifi cación de sentencia 34/2017 en procedimiento ordinario
527/2015.
Doña Cristina Suárez Prieto, Letrada de la Administración de Justicia del Juzgado de Primera
Instancia e Instrucción Número Uno de Castro Urdiales.
Hace saber: Que en este órgano judicial se siguen autos de procedimiento ordinario, a instancia
de la Comunidad de Propietarios Menéndez Pelayo Nº 11 DE CASTRO URDIALES, frente
a la Herencia yacente de D. NICOLÁS LOCOCO CEFALÚ y Dña. JOSEFA CORTÁZAR ZABALLA y
frente a Dña. EVANGELINA COBO ZABALLA, en los que se ha dictado sentencia de fecha 16 de mayo de 2017, del tenor literal siguiente:
"SENTENCIA NÚMERO 34/2017
Juzgado de Primera Instancia e Instrucción Número Uno de Castro Urdiales.
Procedimiento: Juicio Ordinario número 527/2015.
En Castro Urdiales, a 16 de mayo de 2017.
Vistos por el Ilmo./a D./Dña. Patricia Carmen Sierra Bandrés, Magistrado-Juez del Juzgado
de Primera Instancia e Instrucción Nº1(Civil) de Castro-Urdiales y su Partido, los presentes
autos de Procedimiento Ordinario nº 527/2015 seguidos ante este Juzgado, a instancia de CP
MENÉNDEZ PELAYO Nº 11 DE CASTRO URDIALES representado por el Procurador D./Dña. MARÍA
PILAR IBÁÑEZ BEZANILLA y asistido por el Letrado D./Dña. Desconocido contra HERENCIA
YACENTE DE NICOLÁS LOCOCO CEFALÚ Y JOSEFA CORTÁZAR ZABALLA y EVANGELINA COBO
ZABALLA sobre Obligaciones.
FALLO
QUE ESTIMO LA DEMANDA presentada por la Procuradora de los Tribunales Dª PILAR IBÁÑEZ,
actuando en nombre y representación de COMUIDAD DE PROPIETARIOS MENÉNDEZ PELAYO
y condeno a la herencia yacente a la que pertenece el piso 7º dcha. de la calle Menéndez
Pelayo 11 a) inscrito como fi nca n. 15081, al tomo 209, libro 142, folio 85 del Registro de la
Propiedad de Castro Urdiales a nombre de los esposos Nicolás Lococo Cefalú y Josefa Cortazar
Zaballa y a Dª EVANGELINA COBO ZABALLA a permitir a los técnicos designados por la Comunidad
de Propietarios demandante el acceso a la terraza del piso 7º dcha. a fi n de reparar
las fi ltraciones de agua pluvial que sufre el piso inferior, propiedad de D. FERNANDO LOIDI
IBARRA, a través del encuentro de la terraza 7º dcha. con la fachada del edifi cio.
Se Condena en costas a la herencia yacente a la que pertenece el piso de la Calle Menéndez
Pelayo 11 a), 7º dcha. inscrito como fi nca n. 15081, al tomo 209, libro 142, folio 85 del Registro
de la Propiedad de Castro Urdiales a nombre de los esposos Nicolás Lococo Cefalú y Josefa
Cortazar Zaballa y a Dª Evangelina Cobo Zaballa en costas.
Notifíquese esta resolución a las partes personadas, haciéndoles saber que contra la misma
cabe interponer RECURSO DE APELACIÓN, ante este Tribunal, por escrito y dentro del plazo
de VEINTE DÍAS contados desde el siguiente a su notifi cación. La admisión de dicho recurso
precisará que, al interponerse el mismo, se haya consignado como depósito 50 euros en
la Cuenta de Depósitos y Consignaciones de este Juzgado en el BANCO DE SANTANDER nº
3896000004052715 con indicación de "recurso de apelación", mediante imposición individuaGOBIERNO
de
CANTABRIA
B O L E T Í N O F I C I A L
D E C A N T A B R I A
Pág. 303i 63 boc.cantabria.es
JUEVES, 28 DE DICIEMBRE DE 2017 - BOC NÚM. 247
¡Falsedad testimonial, documental y oficial! Sin poder defenderme...sin abogado...igual que lo que han hecho con la casa de Portugalete... Y ahora...están inentando hacer lo mísmo con la de C/ Juan de la Cosa, 4...Ayer y hoy los corruptos y poderosos legalizan los crímines, los robos y las infracciones en los boletines del Estado o en los juzgados de igual pelo.
La verdad de los hechos acaecidos con la respectiva denuncia en el Cuartel de la Guardia Civil y presencia de autoridades.
http://mariaevangelinacobozaballa.blogspot.com/2015/10/castro-urdiales-lo-juro-allanamiento-de.html
JUZGADO DE PRIMERA INSTANCIA E INSTRUCCIÓN
Nº 1 DE CASTRO URDIALES
CVE-2017-11160 Notifi cación de sentencia 34/2017 en procedimiento ordinario
527/2015.
Doña Cristina Suárez Prieto, Letrada de la Administración de Justicia del Juzgado de Primera
Instancia e Instrucción Número Uno de Castro Urdiales.
Hace saber: Que en este órgano judicial se siguen autos de procedimiento ordinario, a instancia
de la Comunidad de Propietarios Menéndez Pelayo Nº 11 DE CASTRO URDIALES, frente
a la Herencia yacente de D. NICOLÁS LOCOCO CEFALÚ y Dña. JOSEFA CORTÁZAR ZABALLA y
frente a Dña. EVANGELINA COBO ZABALLA, en los que se ha dictado sentencia de fecha 16 de mayo de 2017, del tenor literal siguiente:
"SENTENCIA NÚMERO 34/2017
Juzgado de Primera Instancia e Instrucción Número Uno de Castro Urdiales.
Procedimiento: Juicio Ordinario número 527/2015.
En Castro Urdiales, a 16 de mayo de 2017.
Vistos por el Ilmo./a D./Dña. Patricia Carmen Sierra Bandrés, Magistrado-Juez del Juzgado
de Primera Instancia e Instrucción Nº1(Civil) de Castro-Urdiales y su Partido, los presentes
autos de Procedimiento Ordinario nº 527/2015 seguidos ante este Juzgado, a instancia de CP
MENÉNDEZ PELAYO Nº 11 DE CASTRO URDIALES representado por el Procurador D./Dña. MARÍA
PILAR IBÁÑEZ BEZANILLA y asistido por el Letrado D./Dña. Desconocido contra HERENCIA
YACENTE DE NICOLÁS LOCOCO CEFALÚ Y JOSEFA CORTÁZAR ZABALLA y EVANGELINA COBO
ZABALLA sobre Obligaciones.
FALLO
QUE ESTIMO LA DEMANDA presentada por la Procuradora de los Tribunales Dª PILAR IBÁÑEZ,
actuando en nombre y representación de COMUIDAD DE PROPIETARIOS MENÉNDEZ PELAYO
y condeno a la herencia yacente a la que pertenece el piso 7º dcha. de la calle Menéndez
Pelayo 11 a) inscrito como fi nca n. 15081, al tomo 209, libro 142, folio 85 del Registro de la
Propiedad de Castro Urdiales a nombre de los esposos Nicolás Lococo Cefalú y Josefa Cortazar
Zaballa y a Dª EVANGELINA COBO ZABALLA a permitir a los técnicos designados por la Comunidad
de Propietarios demandante el acceso a la terraza del piso 7º dcha. a fi n de reparar
las fi ltraciones de agua pluvial que sufre el piso inferior, propiedad de D. FERNANDO LOIDI
IBARRA, a través del encuentro de la terraza 7º dcha. con la fachada del edifi cio.
Se Condena en costas a la herencia yacente a la que pertenece el piso de la Calle Menéndez
Pelayo 11 a), 7º dcha. inscrito como fi nca n. 15081, al tomo 209, libro 142, folio 85 del Registro
de la Propiedad de Castro Urdiales a nombre de los esposos Nicolás Lococo Cefalú y Josefa
Cortazar Zaballa y a Dª Evangelina Cobo Zaballa en costas.
Notifíquese esta resolución a las partes personadas, haciéndoles saber que contra la misma
cabe interponer RECURSO DE APELACIÓN, ante este Tribunal, por escrito y dentro del plazo
de VEINTE DÍAS contados desde el siguiente a su notifi cación. La admisión de dicho recurso
precisará que, al interponerse el mismo, se haya consignado como depósito 50 euros en
la Cuenta de Depósitos y Consignaciones de este Juzgado en el BANCO DE SANTANDER nº
3896000004052715 con indicación de "recurso de apelación", mediante imposición individuaGOBIERNO
de
CANTABRIA
B O L E T Í N O F I C I A L
D E C A N T A B R I A
Pág. 303i 63 boc.cantabria.es
JUEVES, 28 DE DICIEMBRE DE 2017 - BOC NÚM. 247
¡Falsedad testimonial, documental y oficial! Sin poder defenderme...sin abogado...igual que lo que han hecho con la casa de Portugalete... Y ahora...están inentando hacer lo mísmo con la de C/ Juan de la Cosa, 4...Ayer y hoy los corruptos y poderosos legalizan los crímines, los robos y las infracciones en los boletines del Estado o en los juzgados de igual pelo.
La verdad de los hechos acaecidos con la respectiva denuncia en el Cuartel de la Guardia Civil y presencia de autoridades.
http://mariaevangelinacobozaballa.blogspot.com/2015/10/castro-urdiales-lo-juro-allanamiento-de.html
Estoy en el confesionario
corrupto y amañado del Telecentro del aula de Cultura Eladio Laredo
Ordenador, nº, 5
1/9/ 19...Tarde: 17:10 Ordenador, nº 7...he tenido que cambiar tres veces de ordenador... He añadido enlaces de la que verdaderamente sucedió. Hoy caminito del Juzgado me iban custodiando los funcionarios enchufados y doblemente empleados gracias a la corrupción del ayuntamiento... Por cierto...Wa...
Doña Pepita... pita... pita
No era Señora
¡Era Señorita!
María Evangelina Cobo
Zaballa
Castro-Urdiales (Cantabria)